Presidente della Camera dei Deputati

 
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Discorsi

06/03/2024
Montecitorio, Sala della Regina

Indirizzo di saluto all’evento “Il valore delle donne. La forza delle loro storie”, in occasione della Giornata internazionale della donna

È per me un grande piacere e un grande onore ospitare oggi alla Camera dei deputati questo incontro, che ci offre la possibilità di dare un senso non solo formale a una ricorrenza così importante. In questa sede vogliamo ricordare il valore delle donne e in particolare il loro inestimabile contributo all’interno della società attraverso la potenza delle loro storie. Sono storie che ci parlano di coraggio, sacrificio e forza di volontà. Ci parlano di sfide a convenzioni e pregiudizi, di riscatti personali, di ostacoli incontrati e superati.

Il racconto delle loro esperienze testimonia come il percorso verso la piena ed effettiva parità non si sia ancora concluso.

Le donne continuano infatti a essere discriminate, socialmente e professionalmente.

Nel mondo del lavoro permangono ancora disparità nella retribuzione, nel percorso lavorativo e nell’accesso a ruoli di vertice.

L’inverno demografico che il nostro Paese sta attraversando ci restituisce la triste fotografia di una società nella quale le donne sono poste di fronte all’inaccettabile scelta tra la carriera e la maternità.

Anche nella dimensione più intima, quella degli affetti e della famiglia, spesso subiscono abusi fisici e psicologici.

Fattori culturali e sociali concorrono a determinare queste discriminazioni, che ledono profondamente la loro e la nostra dignità.

Ogni donna merita rispetto e pari opportunità. La giornata che oggi celebriamo richiama dunque tutti noi, cittadini e Istituzioni, a un impegno inderogabile. Dare piena e incondizionata attuazione al principio di parità nella vita economica, sociale e familiare.

Per questo motivo è indispensabile rimuovere gli ostacoli che tuttora impediscono alle donne di potersi esprimere liberamente e pienamente nella società.

Ritengo che il Parlamento possa e debba rivestire un ruolo centrale nel colmare questo ritardo culturale e sociale che investe sia le relazioni familiari e affettive sia quelle lavorative e professionali.

Occorre dunque potenziare l’azione culturale ed educativa per superare i persistenti pregiudizi in cui, peraltro, si annidano i germi della violenza.

Al tempo stesso, è necessario garantire maggiore flessibilità dei tempi di lavoro, attraverso adeguate politiche di conciliazione che favoriscano la genitorialità, come ad esempio il potenziamento degli asili nido e degli istituti sociali.

Come sottolineò San Giovanni Paolo II, nella sua Lettera alle Donne del 29 giugno 1995, se alle donne è impedito di essere fino in fondo sé stesse, ad essere impoverita sarà l’umanità intera, privata di autentiche ricchezze spirituali.

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