Presidente della Camera dei Deputati

 
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Discorsi

17/05/2023
Montecitorio, Sala della Regina

Indirizzo di saluto all’evento ‘Potere e Costituzione’ in occasione del 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, alla presenza del Presidente della Repubblica

Buongiorno.

     Rivolgo il mio saluto al Presidente della Repubblica, al Vicepresidente, ai Giudici e ai Presidenti emeriti della Corte costituzionale, al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, alle autorità politiche e accademiche.

     Desidero esprimere, a nome mio personale e della Camera dei deputati, la più sentita vicinanza alle popolazioni delle regioni duramente colpite dalla grave ondata di maltempo avvenuta in questi giorni, unitamente ai sentimenti del più profondo cordoglio ai familiari delle vittime.

     Ringrazio inoltre i promotori dell’iniziativa, che la Camera dei deputati è onorata di ospitare nel 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione.

     L’evento odierno offre, infatti, l’occasione per affrontare un tema classico del pensiero politico e giuridico quale quello del potere e dei limiti ad esso stabiliti attraverso un sistema di pesi e contrappesi.

     Il potere non si può eliminare né ignorare, essendo ìnsito nella natura umana, di per sé imperfetta.

     E le moderne Costituzioni sono lo strumento giuridico concepito proprio per evitare che un potere assoluto e illimitato possa ledere i diritti e le libertà fondamentali della persona.

     James Madison, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, scrisse che “se gli uomini fossero angeli, nessun controllo - esterno o interno - sul governo sarebbe necessario”.

     E un secolo dopo, anche un altro grande liberale, Lord Acton, ebbe modo di osservare che “se il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente”.

     Oggi la rivoluzione tecnologica e digitale ci pone di fronte a nuove manifestazioni del potere, che, per la sua stessa intrinseca natura, tende a superare i limiti imposti dalle Costituzioni anche attraverso forme diverse e inedite, ma non per questo meno insidiose e pericolose.

     Tali nuovi poteri, che spesso travalicano l’ambito territoriale degli Stati nazionali, e che in alcuni casi per la loro forza e natura sono anche difficili da intercettare, evidenziano l’esigenza per le Istituzioni di individuare strumenti altrettanto innovativi da porre a presidio dei diritti e delle libertà delle persone.

     Occorre dunque trovare il giusto equilibrio tra la convergenza degli Stati e la vitale esigenza di salvaguardare le specificità e le tradizioni dei popoli e degli individui.

     Solo una rinnovata dialettica fra Politica e Diritto può indicare la direzione giusta, contribuendo a disciplinare i pervasivi poteri di un futuro che, a ben vedere, è già il nostro presente.

     Vi ringrazio.

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