Indirizzo di saluto in occasione dell’Assemblea biennale Assonime, alla presenza del Presidente della Repubblica
Buongiorno.
Saluto e ringrazio per la sua presenza il Presidente della Repubblica.
Saluto poi il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze e le Autorità presenti, signore e signori.
È con grande piacere che la Camera ospita l’Assemblea biennale di Assonime.
Il tema posto al centro dell’incontro odierno è di estrema rilevanza sul piano politico, economico e sociale.
Lo sviluppo di una reale politica industriale europea è stato reso non rinviabile da una serie di avvenimenti che hanno messo in luce l’assenza di autonomia strategica del nostro continente negli assetti geopolitici ed economici globali, nonché il ritardo dell’Europa rispetto a tutti i principali competitori.
Per un verso, prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina hanno evidenziato i costi e i rischi della dipendenza eccessiva dell’Europa da singoli Paesi per gli approvvigionamenti energetici e di materie-prime, delle eccessive distanze geografiche nelle filiere produttive e della scarsità di alcuni componenti strategici.
Per altro verso, gli obiettivi ambiziosi che l’Unione si è posta ai fini della transizione ecologica e digitale hanno imposto massicci investimenti in nuove tecnologie ed elevati costi economici e sociali di adeguamento.
Tale circostanza ha acuito la dipendenza dell’Europa da materie-prime e componenti forniti da Paesi terzi.
Soltanto dopo l’adozione di provvedimenti da parte degli Stati Uniti, l’Unione sembra aver avviato l’elaborazione di una strategia volta a incrementare la competitività e l’autonomia dell’industria europea attraverso un rafforzamento della sua capacità produttiva.
Tuttavia, le misure sinora indicate a livello europeo non appaiono sufficienti.
Sebbene sia apprezzabile la presentazione di proposte legislative sulle materie-prime critiche, emergono almeno due aspetti problematici sulla produzione di semiconduttori e sull'industria a zero emissioni nette.
Il primo risiede nel fatto che agli obiettivi sottesi alle suddette proposte non consegua la previsione di congrue risorse finanziarie europee per attuare gli investimenti richiesti.
Il secondo attiene al fatto che molte delle proposte legislative connesse alla transizione ecologica impongono il passaggio, con scadenze troppo ravvicinate, a un modello tecnologico e industriale che comporterebbe oneri eccessivi per cittadini e imprese del nostro Paese.
In conclusione, ritengo che l’Europa abbia bisogno di una vera politica industriale in linea, per impostazione e risorse, con le misure già avviate dai principali partner globali.
A tal fine è necessario definire una strategia che accompagni una transizione graduale e tecnologicamente neutra dei sistemi produttivi europei con un adeguato sostegno erogato dal bilancio europeo.
È un’occasione cruciale per dare seguito alle aspettative delle imprese e dei cittadini europei, dimostrando il reale valore aggiunto del processo di integrazione.
Vi ringrazio e vi auguro un buon proseguimento dei lavori.