Presidente della Camera dei Deputati

 
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Discorsi

26/01/2023
Montecitorio, Sala della Regina

Intervento del Presidente all'incontro 'Carlo Finzi. Giurista della Camera e vittima della Shoah', in occasione del Giorno della Memoria'

Buonasera e benvenuti.

Saluto il vicepresidente del Senato, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri, i presidenti emeriti della Camera dei deputati, i colleghi parlamentari e le autorità presenti, il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, dottoressa Noemi Di Segni, il dottor Mario Finzi, consigliere in quiescenza della Camera dei deputati e pronipote dell'avvocato Carlo Finzi, il professor Valerio Di Porto dell'Istituto Dirpòlis della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, gli studenti dell'Istituto di istruzione specializzata per sordi "Antonio Magarotto" di Roma, che ha ricevuto una menzione speciale dal Ministero dell'Istruzione e del Merito alla 21^ edizione del concorso nazionale "I giovani ricordano la Shoah".

La Camera dei deputati onora il Giorno della Memoria ricordando un suo funzionario, l'avvocato Carlo Finzi, che lavorò nell'amministrazione per 37 anni.

Alcuni anni dopo il suo collocamento a riposo, vittima del rastrellamento tedesco dell'ottobre 1943, fu trucidato subito dopo l'arrivo ad Auschwitz - come ricorda anche la lapide commemorativa collocata al piano basamentale di Palazzo Montecitorio - con la moglie, Fortunata Coen, e con i loro figli Adriana, Enrico e Luciana.

Finzi, nato a Firenze nel 1876 e presto trasferitosi nella capitale con i suoi genitori, entrò alla Camera nel 1898 come aiuto stenografo. Qui svolse la sua intera carriera professionale fino a diventare direttore dei servizi di revisione, statistica legislativa e stenografia. Gli fu, inoltre, affidata la direzione del "Bollettino parlamentare".

Dalle testimonianze risulta che Finzi fosse particolarmente appassionato del suo lavoro: la sua preparazione ed esperienza giuridica e amministrativa ne fecero nel tempo un punto di riferimento per i parlamentari e per i colleghi funzionari.

Il carattere riservato, la sobrietà e l'estrema disponibilità, uniti al buon senso e all'equilibrio della sua personalità, divennero proverbiali. Tutte queste qualità si ritrovano nel libro che pubblicò, nel 1934, per i tipi della Camera: L'autonomia amministrativa ed economica delle Assemblee legislative.

Il tema era delicato perché in quegli anni il regime fascista, consolidando il suo potere, tendeva a circoscrivere sempre più l'autonomia delle camere. La stessa idea di creare la Camera dei fasci e delle corporazioni nel 1939 non lo troverà d'accordo, essendo lui un uomo del Risorgimento e quindi convinto estimatore delle forme dello Stato liberale classico.

Nel 1938, a seguito delle vergognose leggi razziali adottate dal regime fascista, i due figli più piccoli furono cacciati dal Liceo Giulio Cesare.

Da allora, la vita per gli ebrei italiani, e quindi anche per la famiglia Finzi, divenne difficile.

La Camera ha dunque ritenuto che ripubblicare nel Giorno della Memoria il libro scritto dall'avvocato Finzi fosse un dovere morale e un sentito tributo al ricordo di questo suo funzionario.

L'attualità dei contenuti di quest'opera offre ancora oggi elementi e spunti interessanti di riflessione quale testimonianza di un uomo, vittima della ferocia nazifascista, che aveva dedicato la sua vita all'istituzione parlamentare.

Che la sua morte sia un monito perenne affinché la "banalità del male" non si riproponga mai più.

Vi ringrazio.

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