Presidente della Camera dei Deputati

 
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Discorsi

15/02/2023
Camera dei deputati, Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari

Saluto del Presidente in occasione dell’incontro ‘In ricordo di Gerardo Bianco’

Buongiorno.

Porgo un cordiale saluto al Presidente della Repubblica, al vice presidente del Senato, al vice presidente della Camera, ai presidenti emeriti della Camera, alle autorità tutte.

Rivolgo un particolare saluto alla moglie dell'on. Gerardo Bianco, Signora Concettina De Silvia, ai figli Maria, Fazio e Andrea, al fratello Lucio, ai familiari tutti.

La Camera ha voluto oggi commemorare in questa sede l'on. Gerardo Bianco, scomparso lo scorso 1° dicembre, che fu deputato per nove legislature tra il 1968 e il 2008.

Egli ha lasciato un ricordo indelebile non solo per la sua assidua presenza in queste aule, ma anche per la sua personalità politica al di fuori del comune, per il suo stile composto e mai sopra le righe, per il rigore morale che tutti gli hanno sempre riconosciuto e per la sua profonda cultura.

Nato nel 1931 a Guardia dei Lombardi, in provincia di Avellino, Bianco è stato anche stimato docente di lingua e letteratura latina all'Università di Parma.

Nella sua carriera politica ha ricoperto molte cariche istituzionali e di partito. La sua azione fu sempre ispirata dal cattolicesimo politico e trovò naturale espressione nella Democrazia Cristiana, di cui fu uno degli indiscussi leader storici.

Bianco visse anche, nei primi anni Novanta, le vicende che cambiarono radicalmente il quadro politico e che portarono alla nascita di nuovi partiti, fra cui il Partito Popolare Italiano, erede diretto della Democrazia Cristiana, cui aderì.

Furono quelli, per Bianco, anni di forte travaglio interiore, il cui ricordo affidò anni dopo, nel 2011, al volume autobiografico, La Balena Bianca.

In un libro immediatamente successivo, La parabola dell'Ulivo, del 2012, egli ricostruì invece le vicende che lo videro protagonista in politica negli anni compresi fra il 1994 e il 2000.

Il suo impegno si stava ormai volgendo sempre più alla passione, che mai lo aveva abbandonato, per gli studi classici e per i grandi autori della latinità e della tradizione culturale italiana.

Con la sua monografia su Francesco De Sanctis, edita nel 2009, Bianco non solo rese omaggio a un patriota risorgimentale suo conterraneo, ma volle, a me sembra, tramandarne il messaggio.

Per De Sanctis, autore della prima Storia della letteratura italiana, scienza e vita erano, infatti, legate da un nesso indissolubile in quanto la politica trova la sua inesauribile fonte vitale nella cultura classica e nel patrimonio ereditato dal passato.

In quest'ottica, non credo che Bianco, come pure è stato scritto, fosse un intellettuale prestato alla politica: i due aspetti della sua vita, quello culturale e quello politico, erano per lui attività fisiologicamente inscindibili.

Vi ringrazio.

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